Frittata di farinelli (erba spontanea)
Infestante e diffusa come la portulaca, è una pianta tutta da scoprire...

Parente stretto del "Buon Enrico", ovvero lo spinacio selvatico, il farinello è un'erba spontanea definita "infestante" che di sovente ritroviamo negli orti, ai lati dei viottoli di campagna e nei prati, ma non è insolito vederlo anche nelle aree verdi cittadine, fra cicoria, tarassaco e portulaca. Addirittura io ne ho nei vasi dei miei balconi, nate spontaneamente, che curo con amore. Lo riconosciamo per le foglie, dalla forma simile al "piede" dell'oca, e il cui ciuffo alla sommità sembra come "spruzzato" di farina: da qui il nome gergale di farinello o farinaccio, dato a questa Amaranthacea, il cui nome botanico è Chenopodium Album. Una pianta tutta da scoprire...
Tempo di cottura: 30 minuti in padella
Porzioni: 4
Ingredienti, approssimativamente: Farinelli, cimette e foglie tenere, 400-450 g – Uova medie, 6 – Grana o Parmigiano grattugiato, un paio di cucchiai colmi – Olio evo, sale
Occorrente: padella antiaderente
Fase 1
Laviamo e sgrondiamo i farinelli, che si presume già mondati in fase di raccolta.
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Usiamo le cimette e le foglie tenere. Laviamole e facciamole sgrondare |
Fase 2
Mettiamo a bollire in una padella un paio di bicchieri d’aqua insieme ad un paio di cucchiai di olio extravergine d’oliva. Quando l’acqua bolle caliamo i farinelli, saliamo, e portiamoli a cottura, aggiungendo ancora un po’ d’acqua se serve. A fiamma bassissima lasciamo asciugare il fondo in modo da avere una verdura non eccessivamente bagnata. Allontaniamo dalla fiamma e lasciamo intiepidire
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Caliamo i farinelli nell’acqua bollente, leggermente salata e oliata |
Fase 3
Rompiamo le uova in una ciotola. Saliamole poco e sbattiamole con una forchetta. Uniamo i farinelli e il formaggio, e mescoliamo bene.
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Saliamo poco le uova e sbattiamole; aggiungiamo i farinelli ormai intiepiditi, e il formaggio. Mescoliamo per bene |
Fase 4
Versiamo poco olio in una padella. Quando sarà caldo versiamo la mescolanza , e lasciamo rapprendere a fuoco medio-basso. Quando la frittata comincia a colorire, con l’aiuto di un piatto o di un coperchio posto sulla padella capovolgiamo. Rimettiamo la padella sulla fiamma; ancora un goccio di olio se serve, riportiamo a temperatura, e quindi versiamo di nuovo la frittata per cuocere anche l’altro lato. Quando anche l’altro lato è colorito lasciamola scivolare su della carta per fritti in modo che assorba l’unto in eccesso. Serviamola a spicchi o a quadrotti, sia calda che fredda, accompagnandola con pane casareccio e un buon vino da pasto, preferibilmente bianco. Sapore rustico direttamente dal mercato di Madre Natura…
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Versiamo il composto in padella, in olio caldo. Cuociamo da un lato. Rivoltiamo la frittata su un piatto, quindi lasciamola scivolare di nuovo in padella per cuocere anche l’altro lato |
Note
– Noi abbiamo preferito lasciare ai farinelli il loro sapore intenso, di erba spontanea. Ma chi ama sapori più delicati, può scottarli in acqua salata, scolarli e poi strizzarli, prima di aggiungerli alle uova. Tutte le proprietà di questa pianta andranno però perse…
L’idea in più… in che altri modi gustare i farinelli?
– Racccolto nelle nostre passeggiate in luoghi liberi da smog e da piombo, possiamo cucinarlo in molti modi grazie al suo sapor di spinacio, più intenso rispetto al fratello coltivato: come ripieno per pasta, tipo ravioli o cannelloni. Al vapore o lessato, condito con un filo d’olio. Ripassato in padella con olio e peperoncino da solo o insieme ad altre erbe spontanee come cicoria, tarassaco e crispigno. Oppure al burro. Insuperabile se aggiunto nei minestroni di verdura o nelle minestre di riso, ai quali conferisce un sapore speciale. Oppure in frittata, che a quadrotti può anche essere servita tra gli antipasti, o come stuzzichino, o tra due fette di pane diventare pranzo al sacco…
Massime, citazioni, detti, proverbi e aforismi
“Che cos’è un’erba infestante? Una pianta le cui virtù non sono state ancora scoperte…” (Ralph Waldo Emerson, The Later Lectures, 1843-1871)
Rispettiamole dunque, perché ciò che può essere erbaccia per taluni, è pianta preziosa per altri. A rafforzare il concetto, quanto disse lo scrittore britannico Alan Alexander Milne: “Anche le erbacce sono fiori, una volta che le conosci…”.