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Cuciniamo con

Snack antichi: fave fritte

Da cibo di casa a feste, fiere e sagre di un tempo: uno sfizio che fa crock!

Una ricetta antica della tradizione contadina da un ingrediente che c'era sempre, economico, sano e nutriente. Le fave fritte si sgranocchiavano in campagna, in casa e in città, e le vendevano anche in fiere e sagre, feste religiose o non, o servite nelle osterie per accompagnare il vino. Una bontà che resiste localmente ancora oggi, pressoché sconosciuta in altre regioni. Farle è facilissimo e veloce, si aromatizzano come più piace e si mantengono a lungo. Le radici sono pugliesi, ma molti siciliani su questo hanno molto da obiettare...


Tempo di cottura: pochi minuti

Ingredienti: Fave secche decorticate a piacere (la dose nelle foto è di 200 g da secche) – Olio di semi di girasole o mais (ma anche extravergine d'oliva) il necessario affinché sia sufficientemente profondo – Sale fino secondo gusti – Peperoncino in polvere, paprika dolce, paprika piccante, rosmarino, timo, maggiorana, santoreggia, origano a piacere per eventualmente aromatizzare

Occorrente: pentola per fritti, colino a ragno o attrezzo forato per raccogliere i fritti, paraspruzzi, e il necessario per una doppia scolatura dall'olio in eccesso. Un barattolo a chiusura ermetica o a vite per conservare

Fase 1

Dosiamo e poi sciacquiamo e risciacquiamo le nostre fave finché l'acqua non sarà limpida. Mettiamole a bagno in abbondante acqua fredda, e in un luogo a temperatura ambiente lasciamole rinvenire per 24 ore

Fave secche decorticate: badate che le due metà siano intere al momento dell'acquisto, e non siano le fave spezzate anch'esse disponibili in commercio. Facciamole rinvenire in acqua fredda per 24 ore

Fase 2

Trascorso il tempo scoliamole, poniamole su un canovaccio o spugna da cucina senza possibilmente sovrapporle e asciughiamole ben bene cambiando il canovaccio bagnato con altro asciutto se serve. Se resteranno umide tenderanno a far schizzare l'olio

Trascorso il tempo rilaviamole e scoliamole. Disponiamole su un canovaccio o spugna da cucina cercando di non sovrapporle, e asciughiamole ben bene altrimenti l'olio schizzerà

Fase 3

Approntiamo il necessario armandoci di: pentola leggera e alta per fritti, o similare; busta di carta in cui mettere a scolare (e condire in questo caso) il fritto appena estratto dall'olio; contenitore con carta assorbente in cui porre la frittura per una seconda asciugatura dall'olio; piattino in cui poggiare forchetta e colino a ragno. Un paraspruzzi contro eventuali schizzi d'olio non guasterà…

Cominciamo a friggere poca quantità per volta a fuoco allegro, finché le fave non saranno di un bel colore dorato intenso leggermente brunito: solo così diventeranno da dure a friabili e croccantose.

Inseriamo non troppe fave per volta: dovranno sfrigolare allegramente nell'olio non troppo bollente, fino a diventare di un bell'oro brunito: solo così diventeranno da dure a friabili e croccantose…

Fase 4

 Tiriamole su dall'olio e poniamole nella busta di carta; saliamole subito ancora bollenti ed eventualmente subito insaporiamole come indicato negli ingredienti e secondo gusti. Chiudiamo il sacchetto e agitiamolo per distribuire sale e sapori. Versiamo nella ciotola con carta assorbente. Continuiamo a friggere, ripetendo il passaggio. 

Le fave fritte vanno mangiate fredde. Chiuse in un barattolo a chiusura ermetica o a vite si mantengono fresche e croccanti anche per settimane. Uno snack delizioso da accompagnare ad un aperitivo tra amici. da gustare in ogni momento e in ogni dove, che nulla ha da inviadiare, anzi, a noccioline americane, anacardi, mandorle o nocciole, ceci o mais tostati e salati, a patatine crick -crock, salatini vari o similari. 

Oltre al sale possiamo insaporire le fave fritte con peperoncino, paprika dolce o affumicata, paprika piccante, rosmarino, timo, maggiorana, santoreggia, origano

L'idea in più

– Se le serviamo in casa ad amici o parenti in un'occasione speciale, o fosse anche per una partita a carte, guardare insieme un film o una partita di calcio, mettiamole in cartoccetti fatti da noi con quadrati di carta-paglia: un'idea divertente per "crokkare" in allegria….

Curiosità: fave fritte, questione di campanile…

Pare che (e il condizionale è d'obbligo come sempre quando si parla di ricette dalle origini popolari e antiche) le fave fritte siano una tipicità pugliese, che sopravvive ancora oggi soprattutto nell'area del Salento. Ma i siciliani obiettano che le fave fritte rientrano nel loro tradizionale scaccio, ovvero l'usanza costituita dallo sgranocchiare un mix di frutta secca, cioè noci, pistacchi, anacardi, mandorle e nocciole. Oltre al mix, non è scaccio se non si mangiucchia anche la simenza – i semi di zucca tostati, salati o non (quelli che a Roma chiamano i bruscolini)-, e la calìa, che sarebbero i ceci tostati. Completano lo scaccio siciliano le castagne secche (dette cruzziteddi, quelle che sempre a Roma chiamano mosciarelle). A tagliare la testa al toro su questa faccenda "di campanile" ci pensano i puristi delle tradizioni culinarie italiche, i quali senza tema di smenita le considerano una tipicità pugliese: gli abitanti della trinacria non ce ne vogliano…

Fave fresche: lo sapevate che…?

Secondo una tradizione popolare italiana sulle fave fresche, trovarne un baccello con all'interno 7 fave porta fortuna…

Cosa beviamo

Aperitivo o cocktail alcolico o analcolico, birra, vino bianco leggero con bollicine tipo Prosecco, spumante o champagne brut ed extra brut

Massime, citazioni, detti, proverbi e aforismi

"Cu vivi bonu ncivole l’oiu, ma tocca fatichi cu qiru de li gomiti…". (Antico proverbio pugliese)

Per vivere bene e in salute ci vuole l’olio d’oliva, ma per averlo devi lavorare con quello di gomito…)

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